in azienda solo se immunizzati. Penso all’aspettativa per chi dirà di no- Corriere.it

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in azienda solo se immunizzati. Penso all’aspettativa per chi dirà di no- Corriere.it


«Entro domenica vaccineremo tutti i nostri lavoratori».

Tutti quelli che diranno sì al vaccino.
«Sì, certo. Io spero siano proprio tutti, ma so che su 1.174 dipendenti ci sarà qualcuno che non vorrà farlo. E allora dovrò per forza decidere di affrontare la questione».


Sta pensando a possibili licenziamenti?
«Ma no. Non ho licenziato nessuno in tutti questi mesi di pandemia si figuri se lo faccio adesso che stiamo per uscirne… Né voglio obbligare nessuno a vaccinarsi».

Allora qual è la soluzione?
«Pensavo a un’aspettativa remunerata per sei mesi per i non vaccinati. Mi pongo il problema non per quell’1-2% di chi non si vaccinerà ma per il 98% che invece lo farà. Chi di loro vorrà lavorare al fianco di qualcuno sapendolo non protetto? Come ci dovremo comportare, tutti, con questo problema? Io comincio con l’aspettativa di sei mesi e nel frattempo Dio provvederà…».

Brunello Cucinelli, noto al mondo come il re del cachemire, pone una questione reale, cioè il rapporto fra vaccinati e no vax sui luoghi di lavoro (nel suo caso 1.174 lavoratori in Umbria e altri 1.000 circa nel resto del mondo). Non parliamo di professioni sanitarie, certo. Ma non per questo il problema non esiste. Nella sede della sua azienda, a Solomeo (Perugia), lui ha messo a disposizione della Asl, della Regione e dell’Università un hub per la vaccinazione e sostiene finanziariamente il team dei 12 medici che somministrano le dosi.

Quanti vaccini sono possibili ogni giorno a Solomeo?
«Circa 500. I medici vanno avanti con i loro progetti vaccinali e, questa settimana, si occupano in più anche dei nostri dipendenti seguendo il criterio dell’età. Arriviamo adesso perché l’età media da noi è 38 anni».

Quindi già lunedì lei saprà chi non si è vaccinato?
«Fra compagni di lavoro sanno chi si vaccina e chi no. Formalmente invece sapremo quando sarà disponibile per tutti la app per la certificazione vaccinale e quando ci sarà quella in azienda si entrerà solo con l’app. La useremo come pass».

Ne ha parlato con i suoi dipendenti o con altri?
«In azienda facciamo riunioni continue per decidere il da farsi. Di questa questione specifica ho parlato anche con il generale Figliuolo durante la sua visita da noi a fine maggio. Gli ho detto che secondo me sarebbe stato importante decidere come comportarsi con chi non avrebbe fatto il vaccino».

E lui cos’ha risposto?
«Mi ha detto: ha ragione, sarà un tema che affronteremmo insieme. Ecco, il tempo di affrontarlo è arrivato. Penso al momento in cui non avremo più l’obbligo di mascherine. Chi vorrà lavorare accanto ai non vaccinati?».

I suoi dipendenti le hanno posto la questione?
«Una ragazza mi ha detto: ci parli lei con quella persona che non vuole vaccinarsi. Le ho detto di no. Non devo né voglio convincere nessuno, ciascuno è libero di scegliere, nella vita, assumendosi le proprie responsabilità».

Lei ha paura del virus?
«Moltissima. Io chiamo la pandemia “guerra umana” e mi comporto con estrema attenzione. So che se trasmetto il virus non trasmetto un raffreddore ma qualcosa che può uccidere. Essere rigorosi ci ha aiutati finora, in azienda abbiamo avuto 27-28 casi. Abbiamo chiuso una settimana prima del lockdown nazionale, abbiamo fatto tamponi a ripetizione, siamo stati attentissimi sempre».

Qualcuno si è ammalato nella sua famiglia?
«Nessuno, ma sono figlio di un trovatello e non ho una famiglia molto numerosa. Mio padre Umberto ha 99 anni e quando è arrivato il suo turno per il vaccino mi ha detto: io sono vecchio, la mia dose potrebbe salvare la vita a qualcun altro… ovviamente gliel’ho fatto fare lo stesso ma mi ha molto commosso. In questo anno e mezzo di vita sospesa è stato la mia grande fonte di ispirazione».

Qual è stata la cosa più dolorosa di questi mesi?
«Non solo una. Ho negli occhi i camion di Bergamo che trasportano le bare, ho perso due amici cari, a marzo 2020 ho sentito la paura dei ragazzi che lavorano per noi nei negozi cinesi… due mesi dopo mandavano video di una vita quasi normale con le mascherine. E allora ho pensato: passerà. Deve passare».

18 giugno 2021 (modifica il 18 giugno 2021 | 09:53)

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